Ogni giorno i media danno notizia di episodi di violenza sulle donne e i femminicidi non accennano a diminuire e, per la maggior parte, avvengono tra le mura domestiche.
Prima di sfociare nel femminicidio, i segnali di pericolo per la donna sono molteplici ma spesso sottovalutai o, addirittura, non colti, eppure – sostiene la Dottoressa Alessandra Kustermann, celebre ginecologa e presidente dell’associazione Svs Donna Aiuta Donna – sono inequivocabili.
Kustermann, attraverso un’opera di sensibilizzazione che comincia dalle scuole, indica quali sono i nove indicatori che debbono mettere in allarme:
- indifferenza: quando la donna non fa quello che le viene richiesto, l’uomo la punisce ignorandola;
- ricatto affettivo: “o fai come dico io o ti lascio”;
- umiliazione: alla donna viene detto di non valere nulla da sola;
- manipolazione: progressiva sottrazione della liberta;
- gelosia: che – sostiene Kustermann – non va mai interpretata come una forma di amore ma è espressione di mancanza di fiducia, inaccettabile sempre, a qualsiasi livello;
- intrusione nella vita privata: leggere i messaggi, spiare i social, chiedere le password;
- isolamento: allontanamento da familiari e amici dipinti come nemici;
- intimidazione: “se te vai ti ammazzo”;
- minacce di suicidio.
I segnali da riconoscere
La violenza non è solo fisica ma anche psicologica e, se taluni di questi segnali, da soli, possono sembrare piccola cosa, quando si sommano, rappresentano un pericolo imminente: riconoscerli e parlarne, con la propria famiglia, un’amica, un medico, un centro antiviolenza, può salvare la vita.
Certo, denunciare può essere difficile: la donna vittima di violenza è spesso soggiogata e frenata dalla consapevolezza di non dispone di risorse proprie, con conseguente timore di non poter mantenere sé stessa e, se madre, i propri figli. Per fortuna i riflettori sono sempre più accessi sulla violenza economica.

Consigli per le donne vittime di violenza
In concreto come deve comportarsi la donna vittima di violenza, oltre a rivolgersi a persone care, centri antiviolenza o servizi sociali?
Da sola o con il supporto di questa rete deve denunciare la violenza recandosi presso le forze dell’ordine o direttamente alla Procura della Repubblica, avvalendosi eventualmente anche di un avvocato esperto: ogni Consiglio dell’Ordine fornisce il gratuito patrocinio per questi casi
E’ oggi possibile anche segnalare le violenze, eventualmente con immagini, alla polizia con la app Youpol e può essere sempre contattato il 1522, numero nazionale antiviolenza che risponde 24 ore su 24.
Il consiglio, poi è di raccogliere quante più prove possibili per dimostrare la violenza, dai messaggi, alle immagini ai referti medici.